La trilogia Daevabad di S.A. Chakraborty: 5 Buoni Motivi per leggerla

Intrighi politici, tradimenti di corte, un popolo lacerato già dalle proprie origini, tre personaggi disposti a tutto pur di ricostruire una società destinata al decadimento. Scopriamo insieme in questo articolo i 5 principali motivi per cui la trilogia Daevabad di S.A. Chakraborty merita di essere letta e merita di essere considerata fra le più valide saghe Epic Fantasy degli ultimi anni.
1) UNA TRAMA LENTA MA DINAMICA, FATTA DI INTRIGHI POLITICI E SOCIALI
Se siete alla ricerca di una trama molto scorrevole e veloce, potreste non essere del tutto soddisfatti da questa trilogia. Nonostante ciò, il fatto che il ritmo narrativo sia lento non implica che la storia non sia dinamica: il perno attorno cui ruota la storia è rappresentato dai conflitti politici e sociali che caratterizzano questo complesso mondo, ideologie politiche molto diverse che inevitabilmente si scontreranno, e per le quali sarà quasi impossibile discernere, da parte del lettore, cosa è veramente giusto e cosa è veramente sbagliato. Tradimenti e colpi di scena saranno sempre dietro l'angolo a Daevabad, anche nei momenti più inaspettati.
2) UN WORLDBUILDING COMPLESSO: UNA SOCIETÀ COSTITUITA DA NUMEROSE SFUMATURE

La città di Daevabad è costituita da una società solo apparentemente semplice, ma che in realtà cela un'origine e dei trascorsi piuttosto intricati: la complessità del mondo, che inizialmente può apparire disorientante, è probabilmente uno dei più grandi punti di forza della trilogia. Un mosaico di tradizioni, culture, ideologie che costituisce una base solida per un mondo talmente realistico da poter essere considerato più che mai vero e autentico, in cui non si può far a meno di credere. A tratti, oserei dire, un vero e proprio riflesso del mondo attuale. In virtù di tale elemento è facile comprendere che la lettura di questa trilogia richieda un certo grado di impegno da parte del lettore: una lettura attiva necessaria per poter mettere poco per volta insieme i tasselli di questo affascinante mosaico.
3) DEI PERSONAGGI PROTAGONISTI MESSI A DURA PROVA DI FRONTE AI PROPRI LIMITI
La trilogia Daevabad vede una narrazione in terza persona dai punti di vista dei tre principali protagonisti, Nahri, Ali e Dara. Se nel primo volume il loro sviluppo può sembrare di scarso impatto, dal secondo volume il loro percorso di maturazione vede uno sviluppo che segnerà inevitabilmente le loro vite e, sopratutto, il loro modo di pensare, agire e muoversi all'interno dell'ostica scacchiera di Daevabad: non esiste nulla di più complesso che cercare di ricostruire una civiltà in progressivo decadimento, e ciò porterà ii tre protagonisti a fare il possibile per il bene del loro popolo, anche a costo di rischiare di perdere se stessi, di rinunciare a quel mondo che un tempo hanno considerato casa, di dover inimicarsi la propria famiglia per far valere il proprio pensiero. Tutto ciò ovviamente a un carissimo prezzo.
4) UNO STILE DI SCRITTURA ESTREMAMENTE IMMERSIVO ED EVOCATIVO

Chakraborty ha uno stile di scrittura tra i miei preferiti: prolisso, volto a far percepire ogni dettaglio del vasto mondo che sta presentando, col preciso scopo di far immergere il lettore in un mondo che progressivamente diventerà sempre più autentico. Uno stile che bilancia molto bene il ritmo narrativo, la caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, l'analisi del mondo: ogni dettaglio risulta fondamentale, ogni elemento ha il suo preciso scopo e ogni tassello del mondo sarà perfettamente integrato con gli altri; nulla viene lasciato al caso, tutto ha una sua spiegazione. Se siete appassionati di uno stile scrittura tendente all'analisi del mondo e dei personaggi come quello di Brandon Sanderson, allora la trilogia Daevabad sarà oro per i vostri occhi. In più se vi trovate a vostro agio con le atmosfere e la cultura arabe, allora non potrete che essere rapiti da questo mondo denso ed estremamente suggestivo
5) UN FINALE EPICO COME POCHI
Se i libri della trilogia Daevabad sono classificati come Epic Fantasy un motivo ci sarà, no? La tensione nell'arco della trilogia sarà progressivamente crescente, il ritmo sempre più incalzante. Il finale di questa trilogia, personalmente, è stato uno fra i più epici letti negli ultimi anni: ricco di suspense, colpi di scena, parecchi pianti e urla di scleri vari per dei personaggi a cui sarete inevitabilmente legati e che non sarete pronti ad abbandonare. L'epicità non sarà da meno anche nei finali dei primi due volumi della trilogia: tenetevi forte, perchè di gli sconvolgimenti emotivi non mancheranno mai al termine di ognuno di questi libri. Motivo per cui è caldamente consigliata la lettura insieme a qualcun altro per maggiore supporto emotivo
"Era Daevabad. Daevabad schiacciava tutti quelli che vi abitavano"
-S. A. Chakraborty, Il Regno di Rame
La Città di Ottone, primo capitolo della trilogia Daevabad, mi ha particolarmente intrigato e colpito nonostante i difetti riscontrati. Il Regno di Rame ha rappresentato un'ulteriore conferma del potenziale della saga già osservato nel suo predecessore, se non addirittura un erede ancor più valido, originale, bilanciato e perfettamente costruito su ogni fronte analizzabile. L'impero di Oro ha rappresentato la conclusione perfetta per quella che adesso considero una delle migliori trilogie epic fantasy che abbia letto.
La Trilogia Daevabad è quasi interamente incentrata sulla politica che muove la società di questa affascinante città: un gioco politico che non mi ha stancato neanche per mezza pagina, perché in ogni istante tutto rischia di essere rovesciato, chiunque potrebbe pugnalarti alle spalle così come chiunque, anche il più inaspettato, potrebbe essere la tua salvezza. Una tela spietata e senza veli che mostra come la lotta politica per il bene dell'equilibrio sociale possa tirar fuori il meglio o, come spesso accade, il peggio di chi si muove all'interno di questa complessa scacchiera.
Daevabad è tante, tantissime altre cose, un intrattenimento che si alterna alla trattazione di temi attuali quali il razzismo, il colonialismo e il sovranismo, capace di dare adito ad un mondo incredibilmente solido in cui non puoi fare a meno di credere. Un mondo fantastico, ma estremamente affascinante e realistico, proprio per le profonde crepe che lo caratterizzano.
Questa trilogia ha dipinto un mondo che, pur essendo magico, pur essendo totalmente inventato, rappresenta qualcosa di estremamente vero, di esattamente realistico, qualcosa in cui non è possibile non credere. Tante sarebbero le lodi da tessere per questo mosaico di storie e di culture, ma una lezione penso sia la più importante: anche quando il mondo sembra schiacciarti, sembra che ti stia facendo a pezzi, che stia facendo scomparire la parte più vera di te, anche se sembra impossibile trovare una via d'uscita, percorri il tuo sentiero, scegli il tuo percorso anche se questo comporterà innumerevoli ostacoli per raggiungere il tuo scopo, per affermare te stess* fino alla fine. E anche se le tenebre continueranno a circondarti, pensa a Nahri, pensa a cosa ha dovuto affrontare, cosa ha dovuto patire, senza mai rinunciare a una cosa: essere sempre e solo se stessa, ad ogni costo.