"Iron Widow" di Xiran Jay Zhao

07.06.2022

L'hype è una brutta bestia nel Bookstagram, e questo libro non è altro che un'altra sua vittima. L'entusiasmo per la lettura di Iron Widow è stato elevatissimo, una delle uscite che più attendevo venisse pubblicata qui in Italia, ma i risultati non sono stati purtroppo quelli attesi. Non credo sia un brutto libro, anzi le basi create da Xiran Jay Zhao sono solide ed estremamente accattivanti, ma lo sviluppo della storia poteva puntare decisamente più in alto del risultato ottenuto. Credo che per dare un parere definitivo su questa storia sarà opportuno attendere il seguito di questa nuova dilogia, che potrebbe avere degli sviluppi promettenti. Andiamo per gradi.

Iron Widow è un romanzo Sci-Fi distopico con taglio Young Adult: la trama fin da subito mette in chiaro quali siano le tematiche fondanti della storia, ovvero il femminismo e il patriarcato che permea la società in cui è ambientato Iron Widow. Nella prima metà del romanzo la tematica viene introdotta in modo abbastanza lineare e accurato, così come il sistema che caratterizza la distopica società cinese: il patriarcato regna, e la società sfrutta la figura femminile, anche a rischio di determinarne la morte o gravissime lesioni patologiche, per consentire il funzionamento delle Crisalidi, dei robot dalle sembianze delle creature più svariate, necessari per combattere la guerra contro gli Hundun. Se la prima metà del romanzo è stata gestita abbastanza bene dall'autor* e risulti abbastanza chiara la direzione che la storia prenderà, la seconda metà inizia a divagare eccessivamente sulla direzione che dovrà intraprendere la trama: risoluzioni rapide, affrettate e poco coerenti, salti temporali (sinonimo di eventuali tagli effettuati sulla versione finale del manoscritto), scelte dei personaggi totalmente fuori dalla loro caratterizzazione ed estremamente repentine. E il finale? Devo ammettere che il cliffhanger non mi è affatto dispiaciuto, ma la gestione di tutto ciò è risultata abbastanza mediocre: tutto troppo rapido, nuovi elementi da gestire inseriti in pochissime pagine, troppi archi narrativi nuovi aperti nel giro di troppo poco tempo, nonché gestione delle scene d'azione estremamente caotiche.

Nota un po' meno dolente, ma neanche troppo, è quella dei personaggi. L'intera vicenda viene narrata dal punto di vista di Zetian, la protagonista di Iron Widow, ma il suo pov purtroppo non è esente di criticità: i pensieri di Zetian si susseguono uno dietro l'altro, troppo velocemente, talvolta in maniera troppo caotica, anche se devo ammettere che alcune frasi di questo suo flusso di coscienze mi sono rimaste impresse in mente e mi sono particolarmente piaciute. Al di là di ciò ho avuto difficoltà ad entrare in empatia con la protagonista: alla base di ciò sta il fatto che probabilmente Zhao ha pensato più a ergere tale personaggio come vessillo femminista, piuttosto che approfondire le sue origini e la sua storia, ma a ciò si aggiunge anche la piega, a mio parere negativa, che prende il comportamento di Zetian sul finale della storia, che diviene decisamente out of character oltre che manifesto di una modalità di espressione del pensiero "poco sana" a mio parere. Un aspetto più positivo è riscontrabile nei personaggi maschili, Yihmi e Shimin: di questi non solo ho apprezzato la caratterizzazione (a mio parere superiore a quella della protagonista, soprattutto per quanto attiene il personaggio di Shimin), ma anche il fatto che essi rappresentino, all'interno di una società fortemente patriarcale, un modello maschile positivo e di fatto contrastante con il modello maschilista tossico e cis-etero dominante. Il problema che permane di fondo resta, purtroppo, l'eccessiva riduzione del manoscritto finale, che rende le dinamiche e le relazioni che si instaurano fra i personaggi protagonisti troppo frettolose, poco naturali e con degli sviluppi pieni di lacune che non rendono poco credibile tematiche importanti, quale, in questo caso, quella del poliamore.

Punto di forza, come già leggermente anticipato in precedenza, è l'ambientazione: Zhao afferma esplicitamente di essersi ispirata ad ambientazioni fantascientifiche già esistenti negli anime mecha, e, sebbene tale società non sia tratteggiata nel migliore dei modi, resta di particolare impatto per essere mescolata con aspetti tipici della storia e della tradizione Cinese, infatti da tale punto di vista l'intera storia può essere considera una sorta di retelling storico dell'ascesa al potere dell'unica imperatrice cinese donna, Wu Zetian, fondatrice della dinastia Zhou. Un mix estremamente accattivante che fin da subito mi ha portato a divorare velocemente le pagine di Iron Widow. Dall'altro lato mi duole anche ammettere che, in quanto ad ambientazione e gestione di tale società distopica, la seconda metà del romanzo mi ha ricordato troppo i luoghi tecnologicamente avanzati e le atmosfere sfarzose della Capitol City di Hunger Games. Non credo che ciò possa essere una effettiva colpa di Zhao, ma senza alcun dubbio avrebbe potuto creare, a partire da questi elementi non del tutto originali, qualcosa di molto più accattivante e di portata decisamente superiore, dato che poi il risultato finale risulta quello di un femminismo un po' troppo annacquato e poco incisivo, nonché errato considerando alcune delle scelte intraprese dalla protagonista al termine del romanzo.

"Sai cosa penso? Penso che tutta questa storia che le donne sono docili e ubbidienti sia solo una pia illusione. Altrimenti perché tutti questi sforzi per mentirci? Per storpiare i nostri corpi? Per costringerci con una morale inventata che sostenete essere sacra? Voi, uomini insicuri, voi avete paura. Potete obbligarci a conformarci ma, nel profondo, sapete che non potete obbligarci ad amarvi e rispettarvi veramente. E senza amore e rispetto rimarrà sempre un seme di odio e resistenza. Che cresce. Che inasprisce. Che attende."
-Xiran Jay Zhao, Iron Widow 

Iron Widow è uno di quei romanzi per cui mi ritrovo in estrema difficoltà a scrivere una recensione, perché se dà un lato ha dei pregi notevoli che lo rendono degno di nota, dall'altro ci sono anche difetti ingiustificabili che meritano di essere attenzionati e che purtroppo smorzano i pregi che lo caratterizzano. Xiran Jay Zhao ha ancora molto da migliorare nella scrittura, dato che è palese che la sua penna sia ancora troppo acerba per tematiche di spessore come quelle che si è proposta di trattare in Iron Widow. Probabilmente leggerò il seguito nella speranza di scorgere una maggiore maturità nella scrittura, ma temo che con questa conclusione Zhao si sia imbarcat* in qualcosa di troppo grande per le sue reali capacità: la volontà e le idee sono lodevoli e degne di nota, ma l'applicazione temo non si rivelerà all'altezza del compito prefissato.

Voto: 3/5 🌟

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