"Il Conciliatore" di Brandon Sanderson

Sanderson, caro Sanderson, come fai breccia nel mio cuore tu, non ci riesce nessun altro.
Come sempre avevo alte aspettative trattandosi di un libro appartenente a quello che ormai è per me il vero maestro dell'epic fantasy moderno, ma non esageratamente alte visto che si trattava di una delle sue opere più precoci, aspettandomi dunque un libro bene o male all'altezza della sua opera di debutto, Elantris. Fin dalle prime pagine mi sono reso conto di avere fra le mani un altro capolavoro che non ha assolutamente nulla da invidiare ad altre sue opere come la trilogia di Mistborn, e che Il Conciliatore, per la sua magistrale originalità, è entrato a pieno titolo fra i miei libri preferiti di sempre. Sanderson è riuscito nuovamente a stregarmi con Il Conciliatore e i suoi meravigliosi personaggi, il suo mondo ricco di colori e il suo sistema magico talmente particolare da impedirti di non dire "ma quest'uomo quanta immaginazione ha nella sua testa?". Il Conciliatore per le sue caratteristiche e per il fatto di essere un "autoconclusivo" (anche se di fatto non lo è perché lascia aperte numerose e importanti questioni) può essere considerato un ulteriore e fondamentale punto di partenza per iniziare a leggere il Cosmoverso, un'opera sicuramente di maggiore livello rispetto ad Elantris e non troppo complessa e prolissa a differenza delle saghe di Mistborn e delle Cronache della Folgoluce.
La storia di Warbreaker ha luogo nel sistema di Nalthis e in particolar modo nel regno di Hallandren, il cui background di partenza vede in contrapposizione gli Hallandriani, governati dal Re Dio e dagli dei Ritornati, e gli Idrisiani, la vecchia dinastia reale, adesso rifugiati nelle Terre Alte con la possibilità di tenere sotto scacco gli Hallandriani per il controllo di un importante punto di snodo economico, i valichi settentrionali. In questo contesto ha luogo la storia delle due principesse idrisiane, la giovane Siri e la sorella maggiore Vivenna, e del dio Ritornato Lievecanto, che rappresentano i principali POV, insieme a quello del misterioso Vasher, attraverso cui viene narrata la storia in terza persona. I POV ruotano ciclicamente alternandosi in maniera regolare, scandendo sapientemente i ritmi della narrazione: il ritmo è lento ma progressivamente crescente e incalzante, soprattutto verso le fasi finali della narrazione. C'è un perfetto bilancio tra lo spazio dato alla progressione della trama e quello sfruttato per la caratterizzazione dei personaggi protagonisti. Ho trovato estremamente affascinante la gestione della storia da parte di Sanderson: intrighi politici, caratterizzazione delle due principali componenti sociali (Hallandren e Idris), battaglie epiche, spiegazione del sistema magico e, udite udite, anche del romance, che in questo libro ho trovato gestito squisitamente. La narrazione diviene molto più rapida nelle ultime pagine, come consuetudine di Sanderson, col raggiungimento della massima Climax: i pov si intrecciano sempre di più e si fanno sempre più incalzanti fino a giungere alle sconcertanti e sorprendenti rivelazioni che spiegheranno e si ricollegheranno a tutto ciò che finora Sanderson pian piano e poco per volta ha spiegato durante l'intera narrazione, centellinando le informazioni sapientemente.

La vera anima della storia di Warbreaker è data dai personaggi protagonisti: sarà impossibile non innamorarsi delle storie di Siri, Vivenna, Lievecanto, Susebron, Vasher e Sanguinotte. Con Il Conciliatore, sul fronte personaggi, sono notevoli i miglioramenti rispetto alla scrittura di Elantris: i personaggi sono meno stereotipati e progressivamente nella narrazione acquisiscono originalità e maturano notevolmente. Siri è la protagonista più giovane e dovrà fare i conti con una dimensione totalmente nuova per lei: vivere a corte fra la gente che ha sempre disprezzato, modificare i suoi pregiudizi e avere confidenza in se stessa nelle scelte che sarà costretta a intraprendere, senza mai dimenticare se stessa e la forza interiore che nel profondo la caratterizza. Vivenna, la sorella maggiore, è sicuramente il personaggio che fra tutti compie l'evoluzione più drastica e tangibile: Vivenna è la principessa di Idris e si scontrerà tantissimo con la severa realtà che caratterizza la città di T'Telir, dove si svolge quasi tutta la storia di Warbreaker; i pregiudizi di Vivenna sono ancora più forti di quelli della sorella Siri: abituata ancora più della minore a vivere nell'agio, si renderà conto, attraverso esperienze che la metteranno a dura prova con i suoi limiti, che la realtà dei fatti è un'altra e che per vivere in questa realtà dovrà cambiare completamente mentalità e mettere in discussione ciò per cui è stata addestrata per tutta la vita e le credenze religiose che in cui ha sempre avuto fede. Lievecanto è senza dubbio il pov più originale: Lievecanto è uno degli dei Ritornati, ed egli fin da subito vuole indagare la sua personalità, vuole scoprire la sua origine e il motivo per cui è ritornato dalla morte; Lievecanto è un personaggio che farà sorridere molto il lettore, dato che fa sempre molta ironia, non solo sugli altri ma soprattutto su se stesso, mettendosi sempre in discussione, non solo sulla sua personalità ma anche sul suo essere divino, e questo penso sia uno, se non il principale, fra i suoi punti di forza. Tutto ciò che accomuna questi personaggi è un semplice concetto: mettere in discussione i loro pregiudizi e fare i conti non con chissà quale grande nemico, ma con se stessi, il loro essere, ciò che per loro sarà il limite più grande oltre cui spingersi per mettere in luce le loro reali doti.

La vera punta di diamante di questo libro, ciò che rende Warbreaker un epic fantasy unico e distinguibile da tutti gli altri fantasy, è il sistema magico. Descriverlo risulta davvero complesso, perché anche questa volta l'immaginazione di Sanderson raggiunge livelli stratosferici: due elementi principali costituiscono la base della magia in questo mondo, i Soffi vitali e il BioCroma. Ognuno in questo mondo ha il proprio Soffio vitale, ma alcuni, i Risveglianti, posseggono più Soffio degli altri e con esso sono in grado di accedere a capacità magiche a dir poco incredibili, tra cui la capacità di poter infondere vita a oggetti inanimati e controllarli attraverso i Comandi. La presenza del Soffio consente inoltre di percepire in maniera più nitida le sfumature di colore del mondo che circonda i personaggi: l'attenzione per i colori è capillare, e T'Telir è una vera propria tela che con i suoi colori ammalia il lettore e lo fa sognare ad occhi aperti questo unico, incredibile e variopinto mondo, proprio come se anche lui fosse un Risvegliante. Questo sistema è uno dei più geniali e originali che abbia mai letto: evocativo ai massimi livelli, complesso ma ben spiegato dall'autore, dotato di regole ben precise e, soprattutto, di limiti che non ne consentono mai un uso illimitato e sconsiderato. Di accompagnamento al sistema magico e ben integrato con esso è il mondo in cui è ambientata la maggior parte della storia, ovvero la città di T'Telir: T'Telir è una città estremamente caratteristica, non solo per i suoi sgargianti colori, ma anche per come Sanderson la fa conoscere in lungo e in largo al lettore, mostrandone gli ambienti più nobili e ricchi (tra cui la Corte degli dei) e quelli più bassi e poveri (tra cui il quartiere delle Terre Alte dove risiedono gli idrisiani), oltre che i suoi splendidi giardini, i mercati e i suoi caratteristici ristoranti. T'Telir colpisce perché non rappresenta la classica ambientazione simil-medioevale dell'epic fantasy, ma si presenta come un ottimo mix di quest'ultima insieme a delle influenze orientali e moderne occidentali. Con T'Telir sognare a occhi aperti sarà il minimo per chi si approccerà alla lettura di Warbreaker.

Lo stile di Sanderson inizia ad essere molto vicino a quello di Mistborn, e sicuramente meno lento e prolisso del suo libro d'esordio, Elantris: Sanderson dimostra come sempre di avere estrema abilità nel gestire anche le parti più lente della trama e di saper essere scorrevole anche quando l'azione viene meno. Sanderson sa come tenere incollati alle pagine, e il mix raggiunto nella narrazione di Warbreaker si rivela decisamente vincente ed eterogeneo nella trattazione di tutti gli aspetti chiave che normalmente dovrebbero caratterizzare una storia: al di là del finale volutamente aperto, i dubbi principali trovano risposta e aprono le questioni principali che successivamente (si spera al più presto) Sanderson sviscererà nel seguito di Warbreaker, ovvero NIghtblood.